“Hanno fatto la giornalata nei giornali”. Antonio Inoki era (anche) così. Così, senza troppi giri di parole, mi apostrofò una sera, riferendosi a un articolo che scrissi sulla mancata pulizia dei cimiteri, “costringendolo” a un lavoro extra. Ma alla fine non mi serbava rancore, non era certo il tipo o, per quanto lo conoscessi, questo è quello che sapevo di lui. Il suo saluto non mancava mai, di giorno e di notte, al mattino a lavoro, a sera in via delle Terme. Avventure notturne, ricordi di gioventù e non solo, frasi stampate e risate a crepapelle bagnate di vino, storie e mitologie tutte senesi.
I ricordi sfumano in quel buio, in quelle lunghe serate; rimane a volte solo un’impressione di quello che era, di quello che è stato, di quello che non sarà quella Siena. E quello che mi rimane è cantare sempre l’inno alla vita, che lui mi ha trasmesso come altri e di cui, purtroppo, ci scordiamo troppo spesso e ci ricordiamo altrettanto troppo spesso solo in questi tristi momenti.
Ps: questo blog sta diventando solo, purtroppo, un ricordo del tempo che fu. Mi prometto di impegnarmi ad aggiornarlo con altro, proprio perché dobbiamo inneggiare sempre alla vita.