Querele di serie A e querelati di serie B

Sinceramente non pensavo che l’ordinamento italiano prevedesse la “querela di serie A” e la “querela di serie B” o, se preferite, il “querelato di serie A” e il “querelato di serie B”. Sono belle scoperte in questa pazza città, in questo pazzo dibattito senese. Dibattito si fa per dire, perchè si continua a parlare del niente, facendo ricostruzioni parziali e sempre a danno di qualcuno, occultando clamorosamente gli errori di altri. E magari anche i propri, visto che ci siamo. Fatto sta che la querela e il querelato valgono di più o di meno, a seconda di chi fa querela e di chi è querelato. E’ strano. Non ho visto, nè letto, nessuno strapparsi le vesti o riempirsi la bocca di frasi tipo “non c’è democrazia”, “vogliono mettere il bavaglio alla stampa e alla libertà di pensiero”, “c’è il regime” e chi più ne ha e più ne metta, eccetera, eccetera, eccetera, quando è successo questo (http://www.ilcittadinoonline.it/news/163582/L_ex_sindaco_Piccini_denuncia_un_blogger.html); mentre vedo e leggo una grande agitazione quando qualcuno ha dichiarato di voler valutare eventuali azioni legali (l’italiano non è un ‘opinione), quando è successo quest’altro (http://www.quisiena.corrierenazionale.it/politica/2013/09/20/news/42299-Mugnaioli-su-Montigiani-Lega-Nord-Valuteremo-con-i-legali-le-azioni-a-tutela-del-Pd-); oppure quando è successo quest’altro (http://www.ilcittadinoonline.it/news/153878/Sposetti__DS__querela_il_Cittadino_on_line.html). Diciamo che dipende un po’, ma diciamolo. Si difende questo o quello, a prescindere. Cioè dipende dalla propria opinione, dalla propria “linea editoriale”, perfino da cio’ che ci pensa. Peccato che un principio, quando vale, vale sempre. E il mio principio, come ho scritto anche altre volte, vale sempre e comunque.  Chi si sente offeso, per qualsiasi motivo, fa bene ad agire nelle sedi opportune. Così è la legge. Sarà poi un giudice, un terzo insomma (non di parte), a dire, secondo la legge, chi ha torto e chi ha ragione.  E’ altrettanto vero che non si può e non si deve mai usare lo strumento della querela per “imbavagliare” il pensiero altrui, in una sorta di minaccia, come qualche volta è stato fatto in passato, anche a livelli nazionali. Ma  questo ragionamento, come il precedente, non può essere giusto solo per qualcuno, ma per tutti. Diciamo pure che in questo pazzo momento che sta vivendo Siena nessuno è Santo, nessuno è trino e nessuno è sopra le parti. Ognuno ha una sua opinione, ognuno ha una sua parte. Basta dirlo, come si legge qua (http://lamartinelladisiena.wordpress.com/2013/09/24/i-rovescioni/). Si chiama onestà intellettuale. Di tutti, anche di chi si autoproclama “cane da guardia” di questo o di quello, di chi pensa di avere la Verità e il Verbo in mano, di chi soloneggia da tempo sul web, di chi sparge dall’Altare (il suo) roba marrone e puzzolente sulla città, ben sapendo che poi non toccherà a lui, dall’alto del suo Altare, per l’appunto, cercare faticosamente di uscirne per campare.

PS: Caro Eretico, io a Siena Tv ci sono “di casa e di bottega” perchè, fino a prova contraria, di lavoro faccio (o provo a fare) il giornalista, versando (anche in quella sede) lacrime e sangue e restando (nonostante un curriculum di tutto rispetto, perdonerai l’ardire) un super precario. La prossima volta che passi si farò trovare un tappeto rosso, almeno sarai di casa e bottega anche tu.

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7 risposte a Querele di serie A e querelati di serie B

  1. Già nel 2009 Beppe Grillo sollevò la questione della “querela” come arma per imbavagliare la libera informazione (http://www.beppegrillo.it/2009/08/la_querela_per.html):

    La querela per diffamazione va depenalizzata. E se si richiede un indennizzo economico, chi fa la querela dovrebbe depositare in anticipo l’intera somma richiesta su un conto a disposizione del Tribunale. Se perde la causa, il deposito servirà a risarcire il querelato. Troppo comodo infangare, spaventare e cavarsela con le sole spese processuali.
    Di solito si querela la verità, mai la menzogna. Di solito chi querela sono i politici e i rappresentanti delle cosiddette istituzioni, mai i cittadini. Di solito la querela viene usata in mancanza di altre argomentazioni per finire sui giornali di regime e fare la figura dell’innocente.

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    • eliofanali ha detto:

      Per chiarire ancora meglio il mio pensiero. Io non sono contro le querele a prescindere, sono a favore della legge. E sono estremamente contrario al “due pesi e due misure”: se una querela è un bavaglio all’informazione lo è sempre, se una querela è giusta lo è sempre. Non “dipende” da chi la fa o da chi la riceve.
      Saluti

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  2. raffaele ascheri ha detto:

    Caro Elio,
    scusa ma mi sembri un pochino prevenuto.
    Che tu sia “di casa e di bottega” a Siena Tv, oltre ad essere un fatto, non è certo cosa offensiva: figurati, pensavo ne saresti stato contento.
    Quanto alle querele – come ti ho detto a voce – ancora di strada devi farne, prima di raggiungermi…

    L’eretico

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    • eliofanali ha detto:

      Caro Eretico, con te non si sa mai. Se non è offensivo, tanto meglio. Sulle querele, sai come la penso. Nono solo “galloni” da mettersi al braccio o medaglie da mettersi al petto. Ma se la gente si strappa le vesti per qualcuno, che se le strappi per tutti.
      Elio

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  3. Non servono nè eroi nè medaglie, I vestiti non si strappano, ma è la verità la discriminante e l’unica cosa che unisce ed ispira gli eroi civici come Raffaele:

    (…anche fotogenico!)

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