Comincia l’era Tononi, anzi è già cominciata

E dunque è cominciata (ufficialmente, perchè a lavoro c’era di già)  l’era Massimo Tononi a Rocca Salimbeni. Il punto principale della sua conferenza stampa-presentazione di ieri mi pare sia stato il tema dell’aggregazione, come “ordinato” dalla Bce. Niente ipotesi (per chi non conosce l’italiano: nell’uso comune, un’ipotesi è un’idea provvisoria il cui valore dev’essere accertato) di viaggio in solitaria, insomma, come scritto da “Il Sole 24 Ore” (noto giornale comunista e che non si occupa di economia e finanza) e ripreso poi da diversi, sindaco di Siena Valentini compreso. Sperticarsi, come in molti (troppi) fanno, su analisi per le quali servirebbe una laurea in economia (e finanza) credo serva a poco, quindi mi limito a ribadire due o tre impressioni: la necessità (dura, soprattutto con un’aggregazione) di mantenere il radicamento sul territorio (leggi: direzione generale a Siena); la tutela dei lavoratori; la tutela dell’indotto legato alla banca, che non è poco. Chi deve provare a tutelare tutto questo è naturalmente la politica, comprendendo in questa parola anche la politica istituzionale. Perchè, come ripeto allo sfinimento, il problema non è l’interessamento della politica alla banca Mps: si tratta della terza azienda di credito nazionale e di una delle maggiori imprese regionali dal punto di vista dei dipendenti, tanto per fare qualche esempio. Il problema è l’interessamento della “cattiva” politica, cioè quella del malaffare. Senza cadere nella contraddizione che quando la politica (in senso buono) se ne occupa non va bene, quando non se ne occupa non va bene lo stesso.

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