Iniziamo dalla fine, ancora

Di fare resoconti e bilanci ho avuto sempre poca voglia. Non perché non sappia riconoscere cosa sia accaduto, ma perché, semplicemente, credo sia tempo sprecato rendicontare il giusto o l’errore in una tabella matematica. O, meglio, tracciare una riga su quello che è stato o quello che non è stato è senz’altro utile, ma perché farlo alla “fine dell’anno” e, invece, non farlo alla fine di qualcosa d’altro? Di un giorno, di un minuto, di un’ora, di un tempo, di un secondo. E, alla fine (per l’appunto), chi stabilisce quale sia la fine e quale sia l’inizio?

Battiti del cuore. Tanti. Di speranze, di paure, di gioie, di passione, di qualche amarezza. C’è una data, certo, un battito fra i battiti. Convinto che sia “solo” una parte di un percorso, costruito da una parte, tutto da costruire, ancora, dall’altra.

Insomma, ho avuto delle paure. Ho avuto delle gioie. Come al solito, ci sono stati momenti intensi in questi trecentosessantacinque giorni di giro di ruota. Giorni che ricorderò. Per sempre. Voluti e conquistati, accompagnati. Miei. Lacrime di gioia. Di tristezza. Di paura. Di alti e di bassi, di pensieri scuri e di esaltazioni precoci, di risate immense e di depressioni, più o meno nascoste negli sgabuzzi della mia mente, della “stanza piena di gente” che sono o, semplicemente, dell’animale che mi porto dentro. Un percorso: faticoso, a volte, esaltante, altre volte, parallelo, altre volte ancora, perché affrontato sempre con la consapevolezza di dare tutto me stesso; con le persone che ho accanto, negli inciampi e negli sgambetti, negli errori fatti e in quelli subiti, mai con la doppiezza nel cuore, sempre con la consapevolezza di essere quello che sono, con qualche pregio e qualche difetto. Fra i silenzi immensi e profondi, le chiacchiere al vento, alla luna, alle stelle, al cielo d’Africa e al mare blu.

Avventure. Affrontate. Scritte e concluse, riprese e mai finite. All’amore, al sogno, a quello che sono, a quello che sarò. A chi lo sarà con me.

Di tutto questo dico (anche) grazie. A chi c’è, a chi c’è stato, a chi ci sarà. Nonostante me. Io ci sarò. Anche domani.

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