Il lunedì successivo alla due giorni di “Strade Bianche ” e “Gran Fondo” mi dà un piacere assurdo provare a passare al mattino per le vie del centro storico di Siena. Possibilmente in quelle ore in cui la città si stiracchia anocra, sbadiglia come dopo un week end festaiolo, consapevole di aver vissuto ore di brillantezza e di dover affrontare una nuova settimana lavorativa.
Così fra odore di paste e caffè per le vie del centro capita di incorciare, quasi come fossero animali mattutini pronti a sfuggire al predatore, naviganti in silenzio fra le lastre, i visi di coloro che la “Gran Fondo” l’hanno fatta per davvero. Li riconosci certo dal loro trascinare gli strumenti, ovvero le biciclette, della loro impresa: spesso ancora polverosi e fangosi, trasformati loro stessi in trofeo, non ostentati, ma neppure puliti, come a testimoniare che quella polvere e quel fango sono stati conquistati, sofferti, sono la dimostrazione dell’impresa. Impresa che vogliono riportare a casa con qualcosa di concreto: oltre alla medaglia, oltre al ricordo indelebile, forse anche quella polvere, quel fango, da tenere lì, attaccati alle bici il più possibile, fino a quando lo scorrere del tempo e la necessaria pulizia li faranno scivolare via.
E’ bello osservarli sbucare da via Cecco Angiolieri, da piazza Tolomei, da qualche portone per il Corso. Sorridenti, fatica ormai smaltita, magari grazie a qualche picio masticato la sera prima, quando si può dare sfogo alle proprie voglie culinarie, peerché la corsa è andata, è passata, è fatta. Si gustano l’ultimo miglio a Siena, in centro, prima del ritorno alla routine di casa, di lavoro, di famiglia. E’ l’ultima fotografia anche per noi senesi, in vista del prossimo anno.
Ps uno: qualcuno se ne faccia una ragione. Nonostante tutto Siena è capitale del ciclismo. Pogacar alla fine della corsa ha detto: “Non mi sono mai sentito solo. Mai vista tanta gente sulle strade in Italia…”. Le immagini a Colle Pinzuto, alle Tolfe sono la migliore risposta a chi ha vergato impropreri sui social.
Ps due: vorrei segnalare che, personalmente, domenica mattina sono andato senza problemi in macchina da San Prospero alla piscina Acquacalda (e ritorno) e a pranzo sono addirittura arruvato a Vagliali, sempre senza problemi.
Ps tre: leggete la spassosa ricostruzione su Facebook di Giampiero Cito.