Questa mattina interessante “audizione” del presidente della polisportiva Mens Sana Piero Ricci in commissione sport del Comune di Siena, presieduta da Massimiliano Bruttini (Pd). Presenti (vado in ordine di tavolo) Lorenzo Di Renzone e Pasqualino Cappelli (Siena Cambia), Pietro Staderini (Moderati di centrodestra), Michele Pinassi (Siena5Stelle), Simone Lorenzetti (Riformisti), Gianni Porcellotti (Pd), Maro Falorni (Impegno per Siena) e Giuseppe Giordano (Siena Rinasce). Ricci ha ricostruito con dovizia di particolari, rispondendo anche ad alcune sollecitazioni della commissione, la storia degli ultimi anni della Mens Sana basket, attraverso l’occhio del socio di maggioranza, da lui presieduto. Particolare riferimento alla storia recente, con l’analisi del bilancio 2013, che ha fatto registrare passività per oltre cinque milioni di euro, non è stato approvato lo scorso 21 febbraio, giorno nel quale la società è stata messa in liquidazione. Fra i vari argomenti toccati quello sul futuro. Ricci ha riportato del colloquio avuto in Federazione con il presidente Gianni Petrucci, dove ha registrato perlomeno disponibilità al dialogo. Sottolineato poi il fatto che il futuro sia “un tavolino a tre gambe: quella del codice civile, quella del regolamento della Federazione, quella della ricerca di un nuovo sponsor”. Tempo per salvare la situazione, pur molto ristretto, c’è, ma è su quel tavolino che si gioca la partita. E’ stato chiesto poi il perchè della nomina di Egidio Bianchi. Ricci ha risposto che si tratta di un professionista con grande esperienza e capacità e di un senese; sulla sua nomina in Fondazione Mps, Ricci ha detto che si tratta di un elemento di ulteriore garanzia, per il fatto che Bianchi sia comunque personaggio pubblico nominato in un’ente del genere. Sul passato, Ricci ha risposto (come del resto aveva già fatto) di avere la coscienza a posto per aver fatto tutti i passaggi di legge possibili, tenuto conto che, negli anni antecedenti al 2013, i bilanci sono stati controllati dai revisori e approvati dai consigli di amministrazione, i cui membri hanno peraltro ratificato anche le scelte di gestione. A conclusione mi è piaciuta la chiosa, peraltro condivisa dalla commissione, del necessario cambio di mentalità necessario per tutta la città, nessuno escluso, a prescindere dal voto passato, presente e futuro, della categoria economica o dello stato sociale. E’ quello che serve a tutti. Ripartire, cioè, attraverso merito e professionalità, rinascita e gestione di aziende e associazioni attraverso la diversificazione di entrate e la creazione di business plan che stiano in piedi a prescindere dalle erogazioni della Fondazione, o della pubblicità e delle sponsorizzazioni di Mps, creatività (e non finanza creativa) e idee, progetti che stanno in piedi da soli. In due parole (ri)diventare una città normale. L’analisi sugli errori del passato è una cosa, il cambio di mentalità un’altra, non zavorrato dall’analisi stessa.
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