Il primo dato, se preferite il primo segnale, è facile da intuire. Ventitrèmila persone che in tutta la provincia di Siena si sono recate alle urne per scegliere il proprio candidato a sindaco. Un dato che, da solo e nel solo territorio senese, doppia, per esempio, quello per la scelta del segretario nazionale della Lega Nord (votato da diecimila leghisti), mentre non conosco i dati di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. Un dato che sorpassa, abbastanza sorprendentemente, anche quello delle primarie per il segretario nazionale dell’8 dicembre, che proclamarono Matteo Renzi a capo del Pd: si può obiettare che un sindaco, primo riferimento dei cittadini sempre e comunque, interessi più di un segretario nazionale, ma è pur vero che l’attenzione mediatica sull’8 dicembre era enormemente diversa e maggiore. In ogni caso, pur con tutti i problemi e i difetti ed errori (anche qui), dunque, Pd e centrosinistra sembrano ancora in grado di mobilitare, tenuto pure conto della possibile e preventivabile “stanchezza” di un popolo che negli ultimi mesi è stato chiamato quattro-cinque volte alle urne. In alcuni comuni, ovviamente i più piccoli, i dati sono simili a quelli delle elezioni amministrative “ufficiali”. Facendo invece una prima analisi più approfondita sui risultati, possiamo azzardare come ne escano sconfitte le correnti e le correntine. C’è una profonda differenza fra le primarie nazionali e le primarie-elezioni sul territorio. Contano le persone più della loro (vera o presunta) appartenenza a questa o a quella corrente. Contano le persone e non quello che hanno (avrebbero) votato o sostenuto in passato, da Bersani a Cuperlo, passando per Renzi o Civati. Conta la loro “vicinanza” al territorio. Già, secondo il mio parere, un segnale in questo senso era stato dato dalla elezione a Siena di Alessandro Mugnaioli come segretario comunale. La cosa mi pare confermata da questa tornata elettorale, dove alcuni candidati si erano dichiarati espressamente “renziani” e sono usciti sconfitti. Ovviamente ci sono anche quelli che hanno vinto, conservando però una coerenza nel tempo in questo senso, come ci sono quelli che hanno scelto un posizionamente “non correntistico” e hanno pure tagliato il traguardo per primi. Si desume che, insomma, ha vinto, in tutti i comuni, più la proposta della corrente, anche se adesso qualcuno già si spertica a appiccicare questa o quella etichetta al candidato sindaco, ovviamente a seconda della propria convenienza. Riportare la discussione sulla proposta e sulla idea sarebbe meglio, per tutti, in primis per i cittadini, senza etichette, storia, passato, ma guardando al futuro. Del resto, di Matteo Renzi, mi verrebbe da dire, ce ne è uno solo: per essere come lui (ammesso che si voglia essere come lui, s’intende) non basta la carta d’identità, non basta un slogan ricopiato, bisogna avere idee e proposte innovative e saper ascoltare. Così, semplicemente.
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Una precisazione: l’elezione del Segretario della Lega Nord ha raggiunto quel numero di partecipanti trai soli “soci ordinari iscritti da almeno un anno” e non erano primarie “di Coalizione” aperte al pubblico… ringrazio del paragone e della citazione, ma sono incomparabili.
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Hai ragione, sono incomparabili. Dati alla mano, infatti, anche togliendo i non iscritti al Pd, quelli senza tessera del popolo di centrosinistra, insomma “il pubblico”, il dato nazionale della Lega Nord non è minimamente comparabile in termini numerici, perchè inferiore, a qualsiasi altra primaria del Pd solo in provincia di Siena. Non è una critica, bensì un dato di fatto.
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