Santa Maria e Enoteca, agire meglio che curare

Il Santa Maria della Scala torna nel dibattito pubblico cittadino, anche se per il legame all’attuale chiusura. Da diversi giorni, ormai, le porte dello Spedale risultano chiuse e, di certo, lo spettacolo non è idilliaco. A dir la verità le porte non sono proprio del tutto sprangate (visto che i lavoratori comunali, ad esempio, entrano), ma il concetto non cambia. Di certo la situazione attuale è derivata da un problema molto attuale, scusandomi per la ripetizione. Ma i problemi del Vecchio Spedale sono “endemici” ed è necessario, una volta risolta la querelle relativa all’affidamento (magari evitando tempi lungi, come scrive La Martinella http://lamartinelladisiena.wordpress.com/2014/11/22/intrepido-e-e-s-maria-fine-della-vicenda-o-tappa-ulteriore/), cominciare a dare propulsione agli indirizzi che sono arrivati dal Consiglio Comunale di Siena. La Fondazione di partecipazione, unico strumento attuabile che riesca a coniugare la fruizione “pubblica” della cultura con gli investimenti privati, dovrebbe cominciare ad avere quelle gambe che non ha ancora avuto. I problemi ci sono, insomma, ma vanno affrontati, pur in mezzo alla selva di polemiche, più o meno violente ed astiose. Come quelli legati all’Enoteca Italiana, anch’essa chiusa per lo sciopero dei lavoratori. Di certo i battenti non aperti non sono un’immagine rassicurante. Agire è meglio che curare: e qualcosa bisognerà pur fare in tempi stretti. Perchè il tempo non aiuta: nè Siena, nè, soprattutto, famiglie e società “civile”.

Ps: non ho avuto molti riscontri sullo “scoop” (o pseudo scoop…) delle possibili primarie Rossi-Scaramelli. Vediamo nelle prossime ore cosa accadrà.

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