La rubrica dell’Elia: Proposta pour parler

Inauguriamo un nuovo spazio su qeusto blog, che si apre anche a contributi esterni, di qualunque tipo e su qualunque argomento. Cominciamo parlando di Santa Maria della Scala.

“Da amante (non intenditore) dell’arte e da inguaribile campanilista ho vissuto per anni con invidia la carenza di mostre di grande richiamo in uno scrigno di bellezza quale è la nostra città. Cercando su Google gli eventi in Toscana compariva sempre il Palazzo Blu di Pisa, mentre Siena arrivava costantemente dopo la musica. Senza la pretesa di voler insegnare a nessuno a fare il proprio mestiere ma solo con la voglia di contribuire con le idee al rilancio di Siena, mi sono ritrovato dunque a fantasticare su cosa farei per creare attrattività se mi occupassi del Santa Maria della Scala ed ho pensato che mi piacerebbe realizzare delle mostre tematiche. Mi spiego: se io sono il SMS nell’era post Fondazione sarà molto difficile che riesca a raggranellare fondi sufficienti per avere in prestito un importante Cezanne, Degas o comunque qualcosa di talmente popolare da creare un’aspettativa di pubblico che giustifichi l’investimento. Ma se io cercassi di costruire un percorso a tema allora potrebbe darsi che da artisti della stessa caratura mi servano allo scopo delle opere meno conosciute ma più facilmente arrivabili. Essendo in una città che vanta la presenza di due atenei credo che cercherei di sfruttare questo vantaggio da più fronti. Logicamente pescando dalle facoltà umanistiche per creare un comitato scientifico che curi la ricerca e l’allestimento, ma si potrebbero coinvolgere anche altri ambiti di studio sia per la promozione che per il reperimento dei fondi necessari: il cosiddetto “fund raising”. In questo modo credo che non solo risparmierei qualcosa rispetto all’ingaggio di un altisonante curatore che tuttavia non garantirebbe da sé il successo di pubblico (come abbiamo potuto constatare nel passato), ma si potrebbe anche creare un circuito virtuoso che valorizzi le competenze che si trovano negli atenei senesi e magari nel lungo periodo crei occupazione.
La prima mostra tematica con la quale mi sembrerebbe ovvio inaugurare a Siena questo ciclo sarebbe una esibizione incentrata sulla raffigurazione del cavallo. Nello specifico di questo esempio si potrebbe cercare un nucleo di opere locali che mostrino l’evoluzione della raffigurazione equestre, scartabellando tra Biccherne, tavole d’altare, affreschi vari e collezioni private. A queste si potrebbero affiancare opere di artisti conosciuti internazionalmente che creino l’aspettativa data dal nome senza avere però i costi organizzativi del capolavoro. Degas, Fattori, Gaugin, Rousseau, Ligabue, Kandinsky, giusto per citare una manciata di nomi, hanno tutti dipinto cavalli e si potrebbe utilizzare questo minimo comune denominatore per studiare un percorso che indaghi il rapporto tra l’arte e questo animale meraviglioso, cercando opere che spazino tra i periodi più disparati.
Naturalmente non potrebbero mancare gli artisti senesi contemporanei, e credo che non sarebbe mal vista una collaborazione con le contrade per permettere al visitatore di espandere la mostra dentro i musei che custodiscono drappelloni particolarmente rappresentativi per il nostro scopo; d’acchito mi viene da pensare a quello della Giraffa e della Tartuca per la presenza di Guttuso e Botero ma certamente basta anche un’analisi superficiale per trovare molto altro materiale interessante.
Dopodiché lo stesso metodo si potrebbe applicare per mostre tematiche successive: per esempio il secondo tema che mi verrebbe in mente dopo il cavallo è la raffigurazione della città e dello spazio urbano, naturalmente senza limitarsi a Siena. A riguardo avremmo già un bel nucleo di partenza nell’Archivio di Stato, dove ci sono stampe di varie città europee; inoltre esistono bellissime incisioni raffiguranti Siena a partire dal XV secolo. Ovviamente poi si renderebbe necessaria l’integrazione con prestiti che conferiscano maggiore prestigio all’esibizione. Già mi figuro il turista straniero che decide di entrare perché incuriosito dalla presenza di un’acquaforte della sua città natale di cui ignorava l’esistenza e che certamente non si sarebbe aspettato di trovare proprio qui. Penso che con un approccio tematico ci si potrebbe letteralmente sbizzarrire ad immaginare e realizzare dei percorsi d’arte che creino interesse in un pubblico piuttosto vasto, sono convinto che sarebbe anche molto divertente.
Mi si potrebbe obiettare che così si cercherebbe di fare le proverbiali nozze coi fichi secchi, ma ritengo che un cuoco dimostri la sua bravura creando un piatto eccellente da materie prime povere, perché con quelle pregiate sono buoni tutti a tirare fuori qualcosa di decente”.

Guido Elia

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